Come in altri casi, anche in quello Parmalat esiste una area grigia della coscienza,
che si è allargata grazie a due nefaste convinzioni: che un gigante industriale
non può fallire e che prima o poi “tutto si accomoda”; e che nell’azienda familiare l’ubbidienza al padre-padrone non può essere messa in discussione.
Impressionante è la quantità di livelli di controllo elusi: il consiglio di amministrazione,
il collegio sindacale, i revisori, gli analisti, le società di rating,
le banche finanziatrici, le banche che hanno organizzato le emissioni obbligazionarie,
la stampa, la Borsa Italiana, la Banca d’Italia, la Consob.